Alabama Muse è una collezione animal friendly fur Made in Italy, il cui nome è ispirato ad Alabama Whitman, la protagonista del film anni ’90, “True Romance”, in cui Patricia Arquette interpreta una donna dallo spirito ribelle, eccentrico, fragile e, al contempo, forte e deliziosa nei look.
La collezione del brand, creato da Alice Gentilucci, stylist di fama internazionale e per molti anni, fashion consultant per Vogue Italia, risente anche e soprattutto di influenze musicali d’eccezione, sia come sound che come immagini, che vanno da David Bowie a Blondie, da Mick Jagger a Tina Turner fino ad arrivare a Miley Cirus.
Il risultato è una proposta per l’AI 2020-21 che predilige manti a pelo lungo, pettinati, rasati, frisé che conservano il nome dei peli degli animali e simulano -visivamente ma soprattutto al tatto -quelli veri. Così il capo iconico per eccellenza, la pelliccia, diviene un pezzo irrinunciabile e animal free, dallo stile unico e sartoriale, lavorato artigianalmente e rifinito con dettagli preziosi, intarsi e patchwork che accostano peli differenti; ha fodere in contrasto cromatico e bretelle interne che permettono di portarla sulle spalle, come ali.
Gli angeli underground di Alabama Muse scelgono capi realizzati in mongolia e in kidassia, con tinte forti e cromie accese, tra contrasti e mix di colori che vanno dal verde smeraldo al lilla, passando per il viola, il giallo, il big-bubble e in alcuni per abbinamenti stemperati dal color biscotto.
I volumi sono slim e over per giacche e cappotti mentre la parola chiave è sovrapposizione che permette di creare la propria “Alabama” abbinando colli, sciarpe, gilet, oppure indossando colbacchi a contrasto per dare vita a uno stile personale e unico. Molto Lolita, anche, quando le tinte accese sono illuminate da ricami di paillettes.
Lussuose, avvolgenti e importanti sono le fur-tribali, nate da patch animalier sui toni naturali tra lince, sciacallo e agnello con inserti a contrasto di mongolia; lo stesso tribale diventa elegante ed eclettico nel lungo gilet e nella giacca dedicata ad Hendrix, mentre il parka con cresta in mongolia e schiena di pelo rovesciato non è solo un’ esclusiva femminile.
Il pelo corto è morbido con disegno chevron anni ’70, ha il tono ipnotico del latte e del cuoio, il collo ampio e le spalle costruite nella vestaglia: è anche proposto in versione zig-zag bianco e nero con polsi impreziositi dall’intarsio della kidassia che ritorna all-over in bianco come una nuvola per la pelliccia – indispensabile – amata da Kate Moss.
Più classy la chanel in capra color avorio profilata a contrasto dai bottoni a maxi-perla e i modelli in calgan dalla lunghezza midi con tinte burro e latte e collo ad anello doppiato in lana a coste, e nell’ampia mantella profilata in mongolia, che protegge dal freddo – e avvolge- come una coperta. Nella stessa texture anche il cappotto doppiopetto girocollo dalla linea dritta e con maniche in kidassia.
Pezzo unico, è il kimono in capra nera con il bordo dello stesso pelo a contrasto, foderato in seta corallo, che conserva il fascino orientale di un capo couture no gender.