“Les enfants qui mentent n’iront pas au Paradis”
Nicolas Rey
A story that repeats itself, like a ribbon destined to wrap itself and then unfold again, each time welcoming different inspirations to narrate, through the clothes, the handcrafted and authentic fairy tale of Haute Couture. This is how Sylvio Giardina presents the new haute couture capsule collection, a project of ve creations inspired by the beginnings of his stylistic career and revisited with the eyes of the present.
Almost a “rewind” in the choice and processing of fabrics, as well as the sculptural details typical of the maison which the couturier brings back into vogue in the contemporary world with different shapes, volumes and aesthetic experiments, the result of careful study and research. The avant-garde suggestions of Japanese design, the echo that resounds from the underground culture of the 1980s. “If you think about that period, you usually have a very precise concept – explains Giardina – but in fact there are many other elements of that decade, typical of its cultural movements, taken up by great creatives such as the Spanish Sybilla and the Italian Romeo Gigli. From Rock Barock to artistic currents diametrically opposed to those preserved in our visual memory ».
Flashbacks, evanescent fragments of decomposed and recomposed images, velvet fringes, crumpled tulle, and worked by Florentine artisans following the “Fortuny” technique, are transformed into layered and pleated clouds, evoking the pasty brushstrokes of an unprecedented painting with a three-dimensional effect. An umbrella and the smoke of a freshly lit cigarette grab the attention: the rst gure comes from a Sybilla collection, for which the fashion designer created a parapluie with such a unique handle as to give unusual optical perspectives, at times dystopian.
Through the reworking of that detail, Sylvio Giardina reconstructs the decorative element of the shoulder strap, a leitmotiv that returns in three of the looks that make up the 2022 Spring-Summer line.
The second, on the other hand, derives from a photograph by British photographer Nick Knight for a Yohji Yamamoto’s campaign: the portrait of a woman who elegantly smokes a cigarette. A snapshot that leaves its mark on memories, enchanting the designer in one of his most original and iconic pieces.
Asymmetrical silhouettes, pronounced hips in an atypical and innovative dimension that upsets the usual proportions and challenges the rules while respecting the tradition of tailoring and modeling. The female body rotates on itself, changing and evolving to emphasize the beauty that lies behind the imperfection.
«Whoever buys a tailored garment must know the processing times, the minutes and hours it takes to make it. They need to know that they are buying a story to wear and not a simple serial product to put in the wardrobe.
I was fascinated by the title of the novel “Les enfants qui mentent n’iront pas au Paradis” by French writer Nicolas Rey, translated as “Children who lie will not go to Heaven”. I want to sin and feel free to create because, through my work, I hope to leave marks, indelible passages among the pages of fashion despite the dif culties caused by the pandemic. I want to have fun and get involved, risking danger. I am not interested in being considered less commercial in the heavenly universe of luxury,” adds the designer who has made high craftsmanship his personal and visionary signature, a truly sophisticated trademark.
Interview and text by Gustavo Marco Cipolla
“Les enfants qui mentent n’iront pas au Paradis”
Nicolas Rey
Un racconto che si ripete, come un nastro destinato a riavvolgersi per poi dispiegarsi ancora, accogliendo di volta in volta spunti differenti per narrare, attraverso gli abiti, la aba artigianale e autentica dell’Haute Couture. È così che Sylvio Giardina presenta la nuova capsule collection di alta moda, un progetto di cinque creazioni ispirate agli esordi della sua carriera stilistica e rivisitate con gli occhi del presente.
Quasi un “rewind” nella scelta e la lavorazione dei tessuti, nonché dei dettagli scultorei tipici della maison che, nella contemporaneità, il couturier riporta in voga con forme, volumi e sperimentazioni estetiche diverse, frutto di studio e ricerca accurati. Le suggestioni avanguardiste del design giapponese, l’eco che risuona dalla cultura underground degli anni ‘80. «Se si pensa a quel periodo, si ha solitamente una concezione ben precisa – spiega Giardina – ma in realtà ci sono moltissimi altri elementi del decennio, tipici dei suoi movimenti culturali, ripresi da grandi creativi come la spagnola Sybilla e l’italiano Romeo Gigli. Dal Rock Barock alle correnti artistiche diametralmente opposte rispetto a quelle conservate nella nostra memoria visiva».
Flashback, evanescenti frammenti di immagini scomposte e ricomposte, frange di velluto, tulle stropicciato, e lavorato da artigiani orentini seguendo la tecnica “Fortuny”, si trasformano in nuvole strati cate e plissettate evocando pastose pennellate di un inedito quadro pittorico dall’effetto tridimensionale. Un ombrello e il fumo di una sigaretta appena accesa rapiscono la sua attenzione: la prima gura proviene da una collezione di Sybilla, per la quale la fashion designer realizzò un parapluie dal manico talmente singolare tanto da regalare insolite prospettive ottiche, a tratti distopiche.
Tramite la rielaborazione di quel particolare, Sylvio Giardina ricostruisce l’elemento decorativo della spallina, leitmotiv che ritorna in tre dei look che costituiscono la linea primavera-estate 2022.
La seconda, invece, deriva da uno scatto fotogra co del britannico Nick Knight per una campagna di Yohji Yamamoto: il ritratto di una donna che, elegantemente, è intenta a fumare. Un’istantanea che lascia il segno nei ricordi, incantando lo stilista in uno dei suoi pezzi più originali ed iconici.
Silhouette asimmetriche, anchi pronunciati in una dimensione atipica e innovativa che sconvolge le consuete proporzioni e s da le regole rispettando, tuttavia, la tradizione della sartorialità e della modellistica. Il corpo femminile ruota su se stesso, mutando ed evolvendo no a sottolineare la bellezza che si cela dietro l’imperfezione.
«Chi acquista un capo sartoriale deve conoscerne i tempi di lavorazione, i minuti e le ore impiegati per confezionarlo. Deve sapere che sta comprando una storia da indossare e non un semplice prodotto seriale da riporre nel guardaroba.
Sono rimasto affascinato dal titolo del romanzo “Les enfants qui mentent n’iront pas au Paradis” dello scrittore francese Nicolas Rey, tradotto signi ca “I bambini che mentono non andranno in Paradiso”. Voglio peccare e sentirmi libero di creare perché, mediante il mio lavoro, spero di lasciare dei segni, passaggi indelebili fra le pagine della moda nonostante le dif coltà dettate dalla pandemia. Desidero divertirmi e mettermi in gioco, rischiando il pericolo. Non mi interessa l’essere considerato poco commerciale nell’universo paradisiaco del lusso», aggiunge il designer che ha fatto dell’alto artigianato la sua personale e visionaria signature, un vero e proprio so sticato marchio di fabbrica.
Intervista e testo a cura di Gustavo Marco Cipolla